La facile polemica. Sacrosanta.
Ieri sera mi invitano in piazza Garibaldi, il centro di Parma, per l’inaugurazione di un nuovo locale. Beh, posto nuovo, inaugurazione, si sbevacchia e si vede un po’ di gente rientrata dalle ferie, andiamoci.
Arrivo lì, un po’ di vipperia in giro non capisco bene per quale motivo (sempre che Aldo Busi e Lamberto Sposini siano considerabili vip) e poi sto locale, inserito in batteria con gli altri presenti in piazza, tutti nel Palazzo del Governatore, bello da vedere.
“Come è che si chiama questo posto?” chiedo.
“Pane vino e San Daniele” mi rispondono.
“Ah, ma pensa. San Daniele…. scusa eh… ma San Daniele… il prosciutto?”
“Sì, il prosciutto”
Dire che basisco non rende: giro per mezz’ora avanti e indietro smadonnando e imprecando che non è mica possibile ma come si fa, ma allora apriamo anche un bella rivendita di Salame Milano a Felino, non so, organizziamo da qualche parte nelle nostre colline la Sagra del Parmesan clonato.
Capisci come siamo noi parmigiani, anzi, capisci come sono loro parmigiani (che io son parmense, son della bassa, distinguiamoci, in questi casi)? In piazza Garibaldi a Parma, la mamma del prosciutto di Parma, ci piazziamo un bel localino che vende San Daniele.
E poi meravigliamoci che non gliene frega niente di piantare un signor inceneritore (non osate nemmeno usare davanti a me il termine “termovalorizzatore” perchè mi incendio io) appena fuori città , al centro della tanto menata “Food Valley”: dietro le due operazioni ci sta la stessa mentalità . Porta denaro, freghiamocene del resto.
(Ah, un grazie enorme anche ai gestori di Enoteca Fontana, enoteca storica del centro di Parma, che tanto per seguire l’onda pare che chiuda perché ha venduto a una banca)