02. Aprile 2007

Veronika

In fondo al venerdì notte, nel risucchio del venerdì notte, ancora lì con un coca e rum in mano a guardare l’umanità strana delle quattro del mattino, a guardar facce che non guardan niente, a tener su gente che non sta in piedi. A cercar tu, di stare in piedi. Parlando con l’amico dell’ennesimo venerdì, del cosa ci si fa qui, del perché ci piace guardare questa gente, queste facce perse che s’aggrappano a un bicchiere, a prenderci per il sedere, a stancarci gli occhi sull’ennesima barista, che c’hai lo sguardo in una faccia che li vede tutti uguali, che le chiedono un bicchiere, le guardano il sedere ed escono a fumare (fanculo sirchia e chi vuole respirare).
Ragionare sui nostri anni, sui nostri affanni, a dirci che questo è l’ultimo, a giurarci che da venerdì prossimo, sapendo che non è mica vero e allora spostiamoci che questo a minuti vomita, però li vedi? Ma cos’hanno che non vogliono andar via e non stanno neanche in piedi? Cos’abbiamo noi, ancora qui, con la posa degli eroi? A finire una serata noiosa, iniziata come una brutta prosa, e finita nella solita mattina, sbagliando anche una rima.