Per via dei bilanci sotto le feste
C’è che non puoi dire che sia stato un anno di merda. Ma neanche un anno memorabile. Ci son stati dei momenti, in quest’anno, che guardarsi attorno è stato mica facile, e ancora meno è stato facile mandar giù le cose che t’è toccato vedere. E poi subito dopo invece magari qualcosa si raddrizza e allora dici bè, tirare avanti, si può fare, guarda che belle cose. E un po’ non ci pensi più al brutto e ti guardi le cose belle, ti sembra anche un po’ che il brutto non ci sia stato. Poi come dici così t’arriva un’altra legnata sulle gengive, e ti rifermi un po’, che ti guardi intorno come ti guardavi prima, però adesso c’hai l’occhio di quello che dice no ma dai ancora? Poi subito dopo qualcos’altro torna a posto. E così via, è stato un anno così. Che per vivere ci vuole un Travelgum, almeno ogni tanto.
E’ stato l’anno delle persone che van via, ecco cosa è stato. Ho passato l’anno a stupirmi dei posti vuoti che mi son trovato di fianco, a non poter farci niente, a dire bè ma dove è, che prima era lì? E io c’è poco da fare, fammi quello che vuoi ma non andare via, io le partenze, i distacchi, gli allontanamenti, passano gli anni ma faccio sempre fatica. Per fortuna che lei lo sa, e quando vede che son lì spaesato a fissare i posti vuoti allora mi tira un po’ il braccio e mi dice io son qui vicina eh. Ma mica vicinissima, lì un po’ di fianco, che se mi voglio appoggiare basta fare un passo, e se invece voglio star da solo basta farne uno dall’altra parte.
“E così viene Natale, anche sta volta” cantava Adelmo coi suoi Sorapis (no, la canzone qui sotto è un’altra, ma è la canzone natalizia più bella che ho sentito quest’anno), e allora farò il bravo lo prometto, e voglio tanti bei regali, e se arriva solo carbone fa lo stesso. Come ha detto il piccolo Lò, 3 anni, figlio di miei amici:”Mi porterà il carbone? C’accendiamo il barbeque!”.