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29 Maggio 2006

Generazione di fenomeni

Premetto: post stralungo. M’arrivano spesso email con invito all’inoltro, e non puoi mai rispondere al primo che l’ha scritta. Sta volta invece gli rispondo, ma non volendo rompere i maroni risalendo la catena dell’inoltro, lo faccio qui, via blog.

Questa è la mail:

Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni ’80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ’90.
Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2.
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.
Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.
Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill.
Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.
Siamo la generazione di Crystal Ball (“con Crystal Ball ci puoi giocare.”), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà , i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ’82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita.
L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L’ultima generazione degli spinelli.
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista.
Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.
Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.
Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
Non c’erano i cellulari.
Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni,tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!
Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi.
Al limite uno era grasso e fine.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani!
E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo 🙂 😀 😛
Abbiamo avuto libertà , fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!
Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.


A questo punto il fastidio è stato enorme, e ho deciso di controbattere:

Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati agli inizi degli anni ’80 (anno più, anno meno), quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.

E c’è bisogno di una mail per rendere giustizia alla nostra generazione? E poi perchè dovremmo essere più fighi degli altri?

Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ’90.

Ecco una risposta alla considerazione precedente. Abbiam cominciato con Schillaci, si spiega tutto.

Per non aver vissuto direttamente il ’68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.

Eh, sì, alè, è un corso sull’autostima? Che poi cosa ne sai di quanto ne sapranno i tuoi discendenti?

Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.

Te, lasciatelo dire, c’hai dei problemi con tuo fratello minore, ma un po’ di gelosia tra fratelli è normale, non preoccuparti.

Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.

I fighi veri son quelli che li hanno inventati, quei giochi lì, noi siam solo quelli che li abbiam lasciati dimenticare.
E poi, se siamo quelli che non è vero che abbiamo avuto tutto, mi chiedo: la tv a colori l’hai rubata?

Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.

E oggi spendiamo 200 euro per un paio di pantaloni basta che siano come allora, però li chiamiamo “vintage”. Sì sì, siam proprio i più fighi.

Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stai gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2.

Quanto abbiamo sofferto, mammamia, dovremmo chiedere la pensione anticipata.

Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).

E oggi ci sorbiamo Lost e O.C., e non è cambiato nulla. E comunque i Visitors son ancora belli, vamolà.

Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca con Pollon.

Ahemm… io non andrei in giro a fare il figo dicendo che ho imparato la mitologia greca con Pollon…

Siamo una generazione che ha visto Maradona fare campagne contro la droga.

E Falcone e Borsellino saltare per aria e Andreotti parlare di antimafia. Però la nostra memoria storica è Schillaci, quindi ok, ricordiamoci Maradona.

Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci.

E siamo i primi a non scendere in piazza per protestare quando queste cose non ci stanno bene. Però siamo i primi a piangerci addosso.

Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.

Tzè… sti vecchietti partigiani rompicoglioni con le loro storie noiose…

Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale;

Non so te, ma io questa dei pompini a Clinton non so se me la sento di spiegarla a mio nipote…

siamo state le più giovani vittime di Cernobyl;

Noi? Giuro credevo fossero i bambini di Chernobyl (che si scrive con l’H, ma vabbè…)

quelli della nostra generazione l’hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.);

Sticazzi. Tiriamocela. Ma non eravamo forze di pace?

abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.

Eh sì, a noi le cose van spiegate con gli esempi sennò non capiamo.

Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro,

Altro che la Montalcini…

abbiamo giocato a Pac-Man,

Ma non eravamo in cortile a giocare a un-due-tre-stella?

odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero.

E ce lo stiamo lasciando fottere. Ma non è colpa nostra, son gli altri che son cattivi, noi cosa possiamo fare, vorremo mica protestare e far casino eh, belli e perfetti come siamo? Macchè, usiamolo per spedire mail del cazzo, il nostro splendido internet.

Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.

Ciò, insieme alla memoria storica di Italia 90, spiega tantissime cose. Ci han rincoglioniti da piccoli.

Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill.

Se i nostri genitori, prendendo esempio dal buon Bud, ci avessero dato un paio di sganassoni in più, oggi non mi toccherebbe leggere ste cose.

Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen,

Ma dobbiamo tirarcela anche di esserci ciucciati musica di merda?

e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.

Eppoi però tutti a correre a comprare un cellulare eh?

Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta.

Tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.

Siamo i figli della carie.

Siamo la generazione di Crystal Ball (“con Crystal Ball ci puoi giocare.”), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà , i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore.

Cavoli quel TV color l’hai sfruttato eh?

La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.

Dai, non c’abbiamo proprio un cazzo da fare eh?

La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ’82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita.

A parte che io l’Italia 82 me la ricordo eccome (evidentemente sono uno dei primi, di questa generazione di fenomeni), ma non riuscirai a convincermi che non siamo i favoriti, HAI CAPITO???

L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.

Dargli una mano, no? Siam veramente dei fancazzisti.

L’ultima generazione degli spinelli.

E io che dopo quei due ciccioni dell’altra sera mi sentivo così moderno…

Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:

E a vedere quello che scrivi un po’ dispiace anche.

viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista.

A noi Chuck Norris ci fa una pippa, baby.

Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.

E adesso che non riesci più ad aprire lo sciroppo ti incazzi come una bestia eh? Basta premere il tappo e svitare, non è difficile, riprova 😉

Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti.

E oggi sì? Cioè, te ti metti il casco e le protezioni per andare in bici? Ah ho capito, sei uno di quei giovani mormoni che vengono dallo Utah e girano in coppia in bici e son tutti uguali c’hanno il cartellino identificativo e il caschetto e le ginocchiere e cercano di venderti il libro di Mormon.

Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.

Tzè, e quelli là in Africa a lamentarsi della fame! Le altalene di ferro con gli spigoli vivi gli manderei, e poi vediamo se si lamentano ancora!

Non c’erano i cellulari.

E oggi facciamo a gara a chi ce l’ha più piccolo. Il cellulare.

Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni,tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!

La mia aveva gli spallacci chiodati e la cartavetrata sulla schiena, pensanpo’…

Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era grasso e fine.

Sì sì, e certi cibi non sono insipidi ma delicati, e certe donne non son rompimaroni ma dolcemente complicate (cit.).

Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.

Parla per te, conosco gente che s’è fatta due settimane d’ospedale con la salmonella (o qualcosa del genere).

Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto.

E oggi cosa s’attaccano? L’AIDS? Spero di no, almeno alle elementari…

Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto;

Ma non eri in casa a giocare col PacMan?

bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani!

Questa dei cani non l’ho capita. Se al tuo cane gli dai l’acqua in bottiglia guarda che beve anche quella.

E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo 🙂 😀 😛

Eh, almeno ti ti saresti evitato tutte quelle denunce per molestie.

Abbiamo avuto libertà , fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.

Oddio adesso mi dice che mi toglie l’ICI…

Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!

Dovrei sentirmi un fenomeno, a questo punto? No perchè ho tutta un’altra sensazione addosso…

Invia questo a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere come bambini.

Sai che forse, ripensandoci, c’è bisogno di un po’ di controllo su internet? Che io di sti inoltri non ne posso più.
Ciao, fenomeno.