Odio scrivere da questo pc, quello che ho in casa. Ha la tastiera antipatica, dura, spigolosa, cigola. Ma son qui che non c’ho sonno, sono appena tornato con in testa un po’ di pensieri, che non lo so come è questa cosa ma io quando giro in bicicletta penso di più. Sarà che mi arriva più ossigeno al cervello. E pensavo che io secondo me nell’altra vita ero una bestia olfattiva, che sì tutte le bestie sono olfattive ma alcune di più, tipo un cane ma mica necessariamente, e m’è venuto in mente perchè cercavo di capire che odore c’era nell’aria stasera. Che l’odore della primavera che arriva lo riconoscono tutti, anche solo adesso star lì a pensarci ti viene in mente, ma l’odore dell’autunno che arriva? Sarà perchè in genere c’è meno entusiasmo e allora resta meno in mente, però anche l’autunno che arriva c’ha il suo odore.
E niente ero lì che pedalavo cercando di centrare con la ruota davanti delle specie di ghiande che cadono in questo periodo da certe piante che ci sono in un viale qui in paese, e quando le centri pem! partono e schizzano via. Il giochino non dichiarato è che se centrano la portiera di una macchina parcheggiata io ghigno dentro, che tanto mica la segnano, fa solo rumore, però pedalo un po’ più forte che non si sa mai. Il giochino che facevamo un po’ di tempo fa invece era di mettersi sotto una di queste piante, tutte gonfie cariche e ghiandose e dare un calcio al tronco della pianta e scappare via prima che t’arrivi tutto il ghiandame in testa. Già , non si sa mai cosa fare in questo periodo dell’anno. Che poi a dimostrare che la natura prima o poi si vendica, che tu i calci li vai a dare a tua sorella, passare con la ruota davanti su una ghianda magari un po’ crepata succede che buchi.
Ma tornare a casa, sigaretta in bocca, pensieri in testa, odore d’autunno e bicicletta spinta a mano non m’è dispiaciuto, sembravo quel vecchietto che abitava dietro alla casa dove vivevo da piccolo, che lui in bicicletta non ci saliva mai, partiva da casa per andare al bar e la bici la spingeva sempre, e quando la gente gli chiedeva “Ermes ma non la usi mai la bici?” lui gli rispondeva “E non la sto mica usando? Se me la togli casco per terra”.
Ghiande
13 risposte a “Ghiande”
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La famosa bicicletta della vecchiaia! 🙂
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Che tenerezza… mi hai fatto ricordare le mie prime esperienze in bicicletta: mai avuto la bici in città , da bambina, così quando andavo a giocare dalla mia amica Franci poi era il NonnoGianni, che era nonno suo, non mio, ma insomma era il NonnoGianni ad accompagnarmi a casa, rannicchiata sulla canna della sua bici da nonno…
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E’ vero… l’odore dell’autunno… Mi ci hai fatto pensare proprio a quest’ora, in città , dove di autunnale ci sono solo i ragazzini che vanno a scuola…
Però l’immagine che mi viene in mente è l’appennino subito fuori Parma…Calestano…Marzolara…. Fragno… E’ un’immagine carica d’acqua che impregna la piante e la terra… legno scuro, muschio e odore di umidità …
E parte in automatico la voglia di rimettersi a letto ed immaginare di pisolare davanti al camino acceso… Che vita da cani eh? 🙂
Ok, scusate i toni melensi del post, ma sono ancora un po’ impagliata… -
Tu sei la dimostrazione che nella vita non scelgo a caso 😉
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@ Mi: proprio lei!
@ Amhran: le bici dei nonni son bellissime
@ Anath: vien voglia di tornare a letto 😉
@ Parmachiara: e c’hai anche una gran mira! Quasi sempre ;-P -
Ecco (Anath), i cani che pisolano davanti al camino acceso nel tardo pomeriggio.
Magari mentre ti levi gli stivali infangati e metti a fare un the.
Quello è Autunno……quando ero un campagna, ovviamente
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per me è anche uscire che è ancora un po’ buio, e lo è anche di più per la nebbia spessa che non si lascia intimidire dalla città , e prendere la bici per andare in stazione guidata un po’ a naso per le strade piene di panna, e salire sul treno freddino e umido, ma togliermi giacca e maglione e restare in maniche corte perchè tanto ero in ritardo e ho corso sia in bici sia a piedi, e quando parte il treno ed esce dalla stazione vedere piano piano sfumare i contorni delle cose, e sapere che fino all’arrivo l’unico contatto con la realtà umana di_là _fuori che avrò saranno le stazioni, che sbucano dalla nebbia come se avessero un grosso ventilatore sopra, che lì vedi la gente e le cose, e duecento metri dopo sei di nuovo in campagna e vedi al massimo la riga d’erba che costeggia il binario, e più in là di quello il muro bianco che immagino morbido e che fa venire sonno, e addormentarsi per cinque minuti e svegliarsi senza vedere niente di diverso da prima, quella riga verde e il muro bianco, e ridere un po’ da sola perchè pensa che scema che sono, mi piace la nebbia…
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Sei un poeta, il prossimo bicchiere lo bevo alla tua salute 😉
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credo anche io che tu sia stato un qualche tipo d’animale olfattogeno. In molti tuoi post dici odore, profumo. Evidentemente hai l’olfatto sviluppatissimo. Puo’ essere un dono, ma anche una dannazione, d’estate, tutti coi sandali e coi piedi sudati… scommetto che non ti piace il gorgonzola!
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@ kumquat: beh allora son scemo anch’io, che anche a me la nebbia piace un bel po’ 😉
@ Theo: prosit!
@ jester: ahahhaha no no, la gonga mi piace da bestia (tant’è che le ho dato anche il nomignolo). Spalmata sulla polenta fritta poi divento matto. -
Mi fai riflettere…e a pensarci non salgo su una bicicletta da almeno 2 anni. Forse l’ultima volta fu l’estate di 2 anni fa.
Azz… ne ho una in ufficio faccio un giro del cortile almeno blocco questa lunga serie che mi vergogno quasi. -
orco. ma questo non è l’odore dell’autunno che viene. questa è ancora l’estate, gli alberi ci hanno ancora le foglie, e le ghiande sono il loro frutto. questa è ancora l’estate, l’estate che non trovi nella pubblicità , quella del settembre, con le giornate più corte e il maglioncino la sera. vacca boia, l’autunno, per me tu lo sai bene, è quello delle nebbie, che ti si bagna tutto se vai in bici, ci manca almeno un mese.
qui si pensa tutti che l’estate finisce il 20 agosto, ma non è mica vero. le vacanze finiscono, quello si. è come dire di sentire la primavera a febbraio, non è mica vero. tu a febbraio senti una giornata di sole, rivedi per la prima volta un pezzo di cielo azzurro, ci credi. ma è ancora l’inverno, solo che ormai le stagioni le pensiamo come ce le fanno immaginare.
però quella sensazione che dici la conosco, io la chiamo l’estate che sta finendo, che io l’estate la vorrei di sei mesi, mica storie. -
è un po’ che non giro in bicicletta
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