Catch the wave
E poi qualcuno ancora mi chiede perchè io e lui non andiamo a vivere insieme.
Eravamo lì in cucina, venerdì sera, anzi sabato mattina che erano le 4, più o meno, e prima di andare a letto G mi dice “ci tagliamo un po’ di salame e aspettiamo l’alba in terrazzo?”. Va bene, io prendo la coca in frigo e G taglia il salame. No niente alcolici che abbiamo già dato abbastanza.
La coca la trovo sotto forma di due bottiglie da un litro e mezzo legate insieme con nastro adesivo cocacoloso: vanno staccate. Prendendole entrambe per il collo ne tiro una per un verso e l’altra per il verso contrario, mettendoci forza che quel cazzo di nastro è bello resistente.
G, che sta tagliando il salame, mi guarda con la faccia preoccupata, tipo come se stessi per fare un danno e viene da me col coltellazzo in mano: “lascia fare” mi dice.
Capisco cosa vuol fare e prendo le due bottiglie per il collo e le alzo, braccia tese, all’altezza della mia faccia, in modo che dando una coltellata non è difficile prendere il nastro adesivo che le lega. Per dare al tutto un aspetto di sacralità mi metto con un ginocchio a terra, il capo chino.
Lui, pensando di avere una Hattori Hanzo in mano, novello Gamon, tira un fendente dall’alto verso il basso. E invece di prendere il nastro centra una bottiglia.
Uno tsunami di cocacola si alza fino a due metri e mezzo di altezza, io alzo la testa e rimango paralizzato a bocca aperta dallo spettacolo e non riesco neanche a mettere una mano davanti alla coca che esce dalla bottiglia ma rimango lì, inginocchiato con la bottiglia alta davanti a me, un tedoforo catatonico, una statua della libertà genuflessa: tutto il contenuto della bottiglia, diventato una scura onda anomala, investe G, che a sua volta immobilizzato dalla spettacolarità dell’evento si lascia lavare completamente, bagna un po’ la porta alla sua sinistra e lava tutto il muro alle sue spalle.
Ai primi soccoritori intervenuti sul posto la scena che si presenta è agghiacciante: cocacola per terra dappertutto, un muro una volta color salmone ora diventato marrone e due cretini che si tengono in piedi a vicenda, lacrime agli occhi, per non cadere dal ridere.