Sopra un’onda stanca
Eccomi, tutto tornato e tutto abbronzato, dalla Sardegna. Sarò insopportabile per qualche giorno, come sempre, ma poi mi passa. E non provate neanche a fare il gesto di dire “eh ma almeno ci sei stato, ma cosa ti lamenti…” e quelle robe lì: me rimbarzano.
E poi là ho lasciato un sacco di cose, tipo due anelli che uno già l’avevo perso e già me l’avevano riregalato, ho lasciato il cellulare nuovo (ma tipo 2 giorni di vita) del mio amico che a volar giù dagli scogli e poi finire in mare non c’è modo di farlo riaccendere, ho lasciato un po’ di fegato, che il barman quando mi ha chiesto “Ma il LongIsland lo vuoi normale o Texas?” l’ho guardato e in fiducia “TEXAS!!!” gli ho detto, tutto pieno d’entusiasmo, che poi quando gli ho chiesto la differenza m’ha detto che al posto della tequila c’è il Filu Ferru, che è la morte fatta a cocktail.
Ah poi ho lasciato un sacco di belle canzoni, delle belle facce, una manciata di albe e tramonti da urlo.
Ma si stava bene eh, ma proprio bene bene. E qui non si sta bene per niente, fanculo và .