La pazienza del leone
Io ho sempre avuto questo difetto, che a me sembra più un pregio ma vabbè, che consiste nel fatto che spesso e volentieri ascoltando una canzone capisco pomo per pero.
Fin da bambino con le canzoni dei cartoni animati, sentivo cose strane, che però mi suonavano benissimo quindi non mi veniva neanche il dubbio che potessero essere sbagliate: un esempio per tutti “Gibba, cuore d’acciaio Gibba” nella sigla di Jeeg, che un po’ me lo chiedevo chimminchia fosse sta Gibba, ma oh, se l’han messa nella sigla, sarà qualcuno di importante che m’è sfuggito.
Solo che, finchè succede da bambini, è anche normale, un po’ tutti abbiamo almeno una canzone della quale abbiam capito male un pezzo e l’abbiam cantata sbagliata per anni.
Il mio problema è che mi capita ancora, anche piuttosto spesso.
E per questo un po’ di mesi fa, cantando i Tiromancino, un mio amico mi ha fermato e mi ha detto “scusa, ricantala un attimo…”
E io “…ed avere, la pazienza del leone…”.
Ride. Tanto. “Guarda che dice “la pazienza delle onde”, e infatti aggiunge “di andare e venire”…”.
Tuttora mi prendono in giro per questa cosa, ma a me piace ancora pensare a questo leone, che va avanti indietro per la savana con pazienza certosina in attesa della propria preda… tzè, le onde, scontà ti.
11 commenti
1.
diopadre ha scritto il 31 Maggio 2005 alle 19:58
Io in compenso, in una canzone di Caparezza, invece di “viva viva viva la gente originale/ che in una mongolfiera velocemente sale” avevo capito “veloce mette sale” e mi ero figurato pure chissà quale ardita parafrasi o figura retorica. Ovviamente quando ho chiesto a mio fratello cosa secondo lui volesse esattamente dire ho provocato una crisi di riso di 3 giorni…
2.
Marco ha scritto il 31 Maggio 2005 alle 20:00
Già , per non parlare dell famosissima “motocicletta / Riesci a capi’?” di MogolBattistiana memoria.
Poi perchè MpgolBattisti dovesse essere passato d’improvviso al romano…
3.
sachertorte ha scritto il 31 Maggio 2005 alle 22:27
io invece le capivo giuste, le sigle dei cartoni animati. il problema, era che mi sfuggivano particolari della trama. tipo, me l’hanno spiegato all’università che lady oscar era una donna. e che gargamella era un uomo.
mica cazzi.
4.
Maxime ha scritto il 31 Maggio 2005 alle 22:30
L’anno scorso cantavo tranquillamente il tormentone di Vasco dicendo “ti distingui dall’uomo comune”… 🙁
5.
dud ha scritto il 31 Maggio 2005 alle 23:56
[…]
Perche`…
Perche` ci vuole orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
[…]
Perche` ci vuole orecchio
bisogna avere il pacco
immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto, tanto
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Chi ha perso il ritmo si deve ritirare
non c’è più posto per chi sa far da solo,
due note e un si bemolle fuori luogo
Vietato fermarsi anche a respirare
che qui la base continua a girare,
chi non sa stare a tempo, prego andare.
perchè…
Perche` ci vuole orecchio
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
tanto…anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Bisogna avere orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, immerso dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
tanto…anzi parecchio..
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!.
6.
Antar ha scritto il 01 Giugno 2005 alle 12:48
@Maxime: Se cantavi “ti disctingui dall’uomo comune” non facevi gran danno, visto che la seconda parte del ritornello dice proprio così:
come stai…
ti distingui dal luogo comune
ti piace vivere come sei
e rispondere solo a te
come stai…
ti distingui dall’uomo comune
ti piace vivere come vuoi
e rispondi solo a te
Almeno secondo angolotesti.it…
7.
unamela ha scritto il 03 Giugno 2005 alle 08:49
piccola ero piccola, domenica, sigla di programma su radiouno: “ghino, lì, in the yellow san marì, yellow san marì, yellow, san marì”
sempre chiesto cosa ci facesse un toscano in gita in uno stato estero con l’ittero. mah
8.
chiaraaa ha scritto il 03 Giugno 2005 alle 16:58
Neanche io capivo mai perchè il padre di lady Oscar nella culla le avesse messo un FIOCCHETTO, visto che voleva un maschietto ma ahimè era nata lei.
Le olimipiadi di Los Angeles ’84 mi illuminarono sull’esistenza di una spada detta FIORETTO.
9.
Fiandri ha scritto il 06 Giugno 2005 alle 08:34
Perdona l’autocitazione, ma il post e il commento di Marco mi han fatto venire in mente questo
10.
Novocaine ha scritto il 06 Giugno 2005 alle 14:40
eheheh soffro della stessa sindrome…
tipo la canzone di battisti “motocicletta dieci a capììììì!” … 😀
11.
jahira ha scritto il 08 Luglio 2005 alle 18:35
ti sto leggendo, mi scompiscio. sei una sagoma. bella scoperta oggi. io e mio fratello cantavamo l’am papai la si la meeeeee era popey the sailor man. ma anche en uen de sen go macinin che pero’ somigliava discretamente con when the saints, mio fratello c’aveva orecchio