Il festino
Sabato sera c’è stata una festa. Una di quelle che ogni tanto organizziamo in taverna di un amico, una di quelle che se la festa è al sabato allora il venerdì vai a letto presto che ci devi arrivare in condizioni più che buone altrimenti non ci arrivi in fondo. E di quelle che vanno affrontate con rispetto, con coscienza, che devi bere pianino mica tutto in una volta, devi fare anche un po’ il timido all’inizio. Bene, io ci sono arrivato, alle 10, già visibilmente provato da un’inaugurazione di un locale dove si beveva birra gratis. E coca e rum a poco.
Entro e mi offrono un paio di giri di tequila: ecco, da lì in poi mi rimane qualche flash.
Una ragazza che piange inconsolabile, sulle scale, perchè si vergogna di essere così ubriaca.
Io che comincio ad avere mal di collo e lo curo con l’assenzio.
Gente coricata per terra non so perchè.
Io coricato per terra con gente che mi ha preso per un materasso e alè, tutti addosso.
Io che rimango chiuso fuori e che dico a quella che non riesce ad aprirmi: “RIMETTA – A POSTO – LA – CANDELA!”.
Un’altra ragazza in corridoio che corre verso il bagno. In bicicletta.
Un tipo che le urla “Col ciclo non si fa il bagno!”.
Un’accesissima discussione su quanto sia offensivo usare il termine “pannolino” per indicare l’assorbente esterno, con le donne ad affrontarla col piglio “ma vi venissero almeno una volta nella vita” e gli uomini ad affrontarla col ghigno di chi tanto non le avrà mai. Robe costruttive insomma.
La discussione si sposta sugli assorbenti interni ma dura pochissimo, che quando chiedo se, come nelle bamboline, tirando la cordicina vengon su le braccia mi prendo un vaffanculo e resto solo a ridere coi masculi in un tripudio di testosterone.
Ecco, questo è più o meno quello che mi rimane della serata. Questo e una bella gastrite.