Il paesino qui è in una posizione un po’ infelice, che sorge lungo un torrente che si stringe proprio quando arriva all’altezza del paese, e ogni volta che piove per più di 24 ore chiudono il ponte che lo attraversa, che sai, ha ancora delle crepe da quando l’avevano ricostruito dopo la seconda guerra, si sa mai che con la forza dell’acqua che passa gli venga voglia di seguirla, l’acqua, e ogni volta che piove così c’è anche il rischio che straripi. Ah no, si dice “esondi”. Qui che siam pratici di termini di quest’area tematica, abbiam sempre detto straripare, inondazione et similia: adesso invece sono un po’ di anni che si parla di esondazione. Che sarà anche giusto eh, non dico mica di no, ma quando mi cambiano i termini così senza tante spiegazioni ci rimango male.
Che quando si era ingrossato il Po, che anche lui non passa poi tanto lontano da qua, parlo di un sei chilometri neanche, dicevo qualche anno fa, quattro o cinque credo, quando il Po si era riempito e aveva saltato gli argini in diversi punti, ed ero andato a dare una mano a mettere i sacchetti di sabbia dovevi metterti una specie di pettorina coi catarinfrangenti, tipo quelle che si tengono in macchina, e in alcune c’era scritto ESONDAZIONE. Oh, non l’avevo mica voluta, con la scritta esondazione te la tieni te che non so neanche cosa vuol dire, dammi mò l’altra che “alluvione” mi è più familiare e mi trovo più a mio agio.
Insomma, tornando ai giorni nostri, tutta sta tiritera per dire che son 48 ore che piove, il ponte l’han chiuso, la piazza è allagata e mia madre per andare a far la spesa è andata a piedi che andarci in macchina ha paura di venir portata via da un’ondata di piena e non riuscire ad uscire, mentre così magari riesce ad aggrapparsi a qualcosa. Mia madre ha una visione appena possibile catastrofica dell’immediato futuro. E la mia adolescenza è stata difficile.
Io adesso invece di andare a prendere il caffettino al bar vado sull’argine coi vecchietti, braccia conserte, a guardare l’acqua e a brontolare che il ponte è ora di rifarlo, che non è possibile che ogni volta che piove un po’ va a finire così.
E poi io quella buca la facevo un po’ più in là .
Esonda
10 risposte a “Esonda”
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Che fico. Mi piacerebbew pure a me andare a dire “io quella buca la facevo un po’ più in la’”.
Lo favcevo sempre quando abitavo nel paesello speruto in Umbria…
Mo’, a Roma, è consentito solo ai “vecchietti che guardano i lavori in corso con le mani dietro la schiena”.
Antar -
Ah,
Ti è esondata la colonna di destra…
Antar -
Ahahaha Antar esonda solo se hai la risoluzione a 800×600, se metti a 1024×768 resta negli argini.
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Un po’ o.t.: i vecchietti che guardano i lavori in corso a Bologna hanno da poco un nome, umarèls, e hanno pure un blog. Se vi interessa, vi segnalo (e qui emerge la mia ignoranza html, perché non so fare il link) http://umarells.splinder.com/post/4366176.
Da me esonda l’acqua dalla cappa in cucina, direttamente sui fornelli. Va be’ che al massimo io uso il microonde quando sono ispirato, però per i fornelli mi spiace. Ma non tanto per i fornelli… è che sono un ricordo!
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io HO la risoluzione a 1024×768.
Comunque ora è rientrata negli argini, non importa, grazie.
Antar -
hai per caso ricevuto una mia e-mail?
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Ho scoperto questo blog per via della storia dell’omino del sale (assolutamente sublime), ma devo dire che riserva molte altre sorprese.
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@ fiandri: bellissimo il blog degli umarèls!
@ Antar: bene 😉
@ cat: no non è arrivato nulla -
A me l’ultima cosa che è esondata è stata l’acqua bollente della pasta, dritta fuori dalla pentola, alluvionandomi i fornelli e il forno elettrico… Sono davvero un genio!
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minchia, uno tsunami
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