Brividi natalizi
E lo sappiamo tutti, che il Natale è commerciale, che ormai è solo per i regali, e che porta la depressione, e che cazzo ci hanno tutti da farsi gli auguri, e così via. Ieri però ho fatto un giro in centro per prendere regalerìa varia e devo ammetterlo, per quasi tutto il pomeriggio, mi ha scosso un brivido. Quel nonsochè che ti spinge verso un negozio ma poi non ti fa acquistare nulla, e ti manda ancor più di corsa verso un altro negozio dove forse c’è qualcosa di più bello, ma poi ti rilancia come un boomerang verso il primo e vai avanti così da un negozio all’altro finchè non chiude tutto. E resti lì con metà di quello che avevi progettato ancora appoggiato negli scaffali, il fiatone e lo sguardo perso.
Inoltre odio regalare cose con il pacchetto che riporta il nome di dove l’hai comprato, e quando arrivo a casa rifaccio tutti i pacchetti. A questo punto nasce un problema: cercasi impacchettatrice/tore esperta/o per breve lavoro di packaging. I pacchetti che ho fatto io sembra che ci si sia seduto sopra un elefante.