Fossi figo
“Fossi figo frequenterei il locale giusto, fossi figo conoscerei la gente giusta, fossi figo indosserei vestiti trendy, certe volte son dei capi orrendi che a nessuno li rivendi.” (Elio e le Storie Tese).
Ieri sera sono uscito a mangiare una pizza con morosa + amici. Pizzeria che da quel che ricordavo io era rinomata per essere veramente una bettola, frequentata certo non dalla popolazione bene della città . Me la ricordavo così, con bambini che corrono in mezzo ai tavoli urlando (se mai avrò un figlio lo legherò alla sedia quando saremo in pizzeria) e camerieri che sembra che il soffritto di cipolla lo tengano in caldo sotto le ascelle. E mi piaceva per quello, perchè mi ricordava le pizzerie dove mi portavano i miei quando ero piccolo, perchè è uno di quei posti che anche se ti guardi attorno non ricevi occhiate sul genere “cazzo c’hai da guardare?”.
Arriviamo lì, il locale da fuori è sempre lo stesso, sporco male illuminato e coi tavolini di plastica mal lavati. Piacevolmente rinfrancato dall’aspetto esterno che non è cambiato negli anni entro e vengo accolto dal solito profumo di cameriere. Ci sediamo e solo dopo essermi acceso una sigaretta mi guardo intorno.
“Cazzo guardi?” mi dice con gli occhi una fighettina biondina tutta luccicante. Barcollo. Guardo meglio la sua tavolata e mi rendo conto di essere al fianco di quattro elementi da movida magliettati Guru (quella maglietta col margheritone) che lì dentro centrano come il lambrusco con lo yogurt. Chiaramente, il manzo della combriccola aveva le chiavi dell’auto al collo. Impìccatici.
Mentre continuo a squadrarli (“cazzo guardi” bisogna che me lo dici con le parole sennò non capisco) una delle luccicose si fa rifare un calzone che lei sosteneva essere troppo bruciato. A me sembrava a posto. E se è troppo bruciato basta raschiare col coltello.
Tolgo lo sguardo dai quattro splendidi e mi guardo attorno. Barcollo ancora. Nell’altro tavolo a fianco al nostro c’è l’ex candidata sindaco della città , umiliata alle ultime elezioni dall’attuale sindaco in carica. Poveretta. Però cazzo è una parlamentare, e qui dentro una volta i parlamentari se li sognavano.
Nell’altra sala con la coda dell’occhio intravedo alcuni giocatori di serie A.
Mentre guardo di là i quattro margheritoni si alzano per pagare e discutono con la cameriera, credo ancora per via del calzone bruciato, concludendo con “qui dentro non ci vedrete mai più!”. Chiusa la porta alle loro spalle si sente il vaffanculo del cuoco rimbombare dentro al forno. Una pizza al vaffanculo al tavolo 5 grazie!
Il posto sembra essere diventato trendy, ma servizio e prezzi son sempre gli stessi. Non capisco perchè si stiano mischiando queste due cose. E non è la prima volta che ci faccio caso. Ultimamente sembra che più un posto abbia la fama di essere un postaccio e più attiri gente da movida. E’ questa la vera recessione?
“Forse non sono figo, forse no, ma sono bello dentro, voi stranamente mi vivete come un solitario ma a me piace stare con la gente. Io, per piacervi, mi epilerei per tutto il santo giorno come le balle di un attore porno.” (Elio e le Storie Tese).