Non ce l’ho fatta scrivere
Non ce l’ho fatta scrivere subito il giorno dopo. Meglio aspettare almeno 24 ore dall’arrivo prima di scrivere qualcosa, che tre giorni così intensi io faccio fatica a ricordarmene altri.
Ho visto Roma proprio come volevo vederla, sì va bene monumentiforobasilichestatue e tutto il resto, ma anche gente, facce, voci. Era quello che volevo vedere di Roma, i romani quelli veri, quelli delle borgate, le facce della gente di Trastevere, gente che se sei seduto insieme a loro e uno di loro esce con un panino con la mortazza, lo spezza e ne dà un po’ a tutti “perchè se magno io, nun vojo vedè nessuno a bocca vuota”. Gente coi nomi che ti aspetti ma che quando li senti non ti sembra vero: “grazie per il panino: presentiamoci” “piacere, er caciotta”.
Girando poi ho conosciuto Evio, er Sindaco de Trastevere, che l’avevo visto in quella trasmissione in tv sui barboni, allora mi son fermato a salutarlo e a farci un po’ di chiacchiere e gli ho comprato anche i due libretti che ha scritto “questo mi ci fa la presentazione Veltroni fra due settimane, sai tra colleghi ci si dà una mano…”. Finita la chiacchiera se ne è andato a farsi una birretta (un’altra?!?!) in quel locale “dall’amica mia, da la zinnona”. In gamba Evio.
E poi il vino, la pasta cacio e pepe, il ponentino, un fottìo di asiatici, la pajata, Porta Portese, il maritozzaro, americani che litigano (“hey what’s the problem? You got a problem with me? I got no problem with you”… oh tutti uguali gli ammericà quando litigano), modelle, vips… tutto in troppo poco tempo. Urge ritorno. E grazie mic, grazie di cuore.