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15 Giugno 2005

Paninocontutto

Era più o meno dicembre ed eravamo lì dal paninocontutto in via Emilia, usciti da poco dal FuoriOrario. Il paninocontutto in certe città lo chiamano il lurido, in altre l’abusivo, insomma è lo sgabbiozzo a ruote che vende i panini lungo la strada, che noi lo si chiama così (ma non credo solo noi) perchè è quello che ordiniamo di solito.
Ci andiamo quasi sempre, perchè dal paninocontutto sappiamo che succedono delle cose bellissime, Jovanotti non aveva capito proprio niente della gente della notte, o almeno s’era dimenticato una strofa in quella canzone, quella dove avrebbe dovuto parlare della gente che incontri mangiando un panino alle 4 del mattino.
Insomma eravamo lì col nostro panino in mano che aspettavamo che succedesse qualcosa, che qualcosa succede sempre, quando sentiamo uno dietro di noi con la voce strascicata da ubriaco che dice al tipo dei panini “vorrei… un panino…”. Porgo un orecchio, che questo potenzialmente è uno che ci farà divertire. Il signor ristoratore, paziente, domanda “e con cosa lo vuoi il panino?”.

Mi volto perchè sento che qualcosa sta per succedere e lo vedo, bello paffutello tarchiatello sui 35 anni con la barba incolta e i capelli neri e l’occhio a mezzasta, non sembra un personaggio degno di nota, solo uno un po’ brillo: niente, mi sbagliavo. Mentre mi rigiro il ristoratore chiede ancora “allora, come lo vuoi?” lui ci pensa un attimo e risponde: “…con la sborra”. Ci guardiamo, spalanchiamo gli occhi e ci voltiamo di scatto: eroe, finalmente sei arrivato, allietaci gli ultimi attimi di questo lungo venerdì.
Il paninatore sgrana gli occhi, due tipi di fianco all’ubriaco si sgomitano un po’ e si mettono a ridere che anche loro han sentito cosa ha ordinato. Solo che l’omino ubriaco s’offende e dice loro qualcosa. Si alzano i toni per un attimo (ohcazzovuoi ohcazzovuoitu) ma poi tutto sembra tranquillizzarsi.
Noi ricominciamo un po’ a chiacchierare quando si sente vociare forte alle nostre spalle: mi volto e c’è l’ubriaco che è coricato in strada appena giù dal marciapiede e uno dei due che ridevano che gli dà calci sulla schiena. L’amico del calciatore lo fa smettere e lo tira un po’ indietro, l’ubriaco si rialza e invece di prendere e andarsene, con aria “mò te sfreggio” infila una mano in tasca. Oddio un coltello, penso. Invece tira fuori il cellulare e lo lancia contro al calciatore, che lo schiva e lo lascia frantumarsi in una decina di pezzi.
E’ evidente che siamo di fronte a un genio, aspettiamo ancora un po’ prima di andar lì a dividerli.
L’ubriaco si scaglia contro il calciatore mulinando le braccia un po’ come fanno i bambini per picchiarsi, dando sberlette all’aria, il calciatore gli molla uno sberlone che gli lascia le dita in faccia.
Vabbè, interveniamo và, che il calciatore si sta scaldando un po’ troppo e l’amico non riesce a tenerlo.
Nel frattempo l’ubriaco è ricaduto per terra da solo, sbilanciato dal troppo mulinare. Un mio amico allontana calciatore e compare mentre io tiro su il personaggio da terra, che si toglie un po’ di polvere, raccoglie i pezzi del telefonino e mi manda affanculo allontanandosi, che “a quello là gli è andata bene che sennò l’ammazzavo”, dice. Bello, al massimo poteva venirgli un raffreddore, con tutta l’aria che gli hai mosso attorno.
Finiamo il nostro paninocontutto e andiamo a nanna convinti ancora di più che lì dal paninocontutto ci sia una buca, e che quelli più strani finiscano tutti lì, e col dubbio che se anche noi siam lì magari vuol dire qualcosa.