Ogni tanto mi succede. Non capisco mai bene il perchè e il percome, a parte il fatto che la legge di gravità è per me raddoppiata rispetto agli altri esseri umani, ma ogni tanto succede che io cado. Ma non che inciampo e magari aggrappandomi magari a fatica ma poi sto in piedi. No no, finisco tutto bello lungo e tirento per terra. Tipo ieri.
Devo uscire per un aperitivo, quindi mi sistemo un po’, jeans appena lavato, piumincello smanicato appena ritirato dalla lavanderia, doccino che sennò so di chiuso a stare tutto il giorno in ufficio, esco e tiro fuori la macchina dal garage. Appena uscito dal garage, seduto in macchina, mi guardo intorno e mi rendo conto che è ridotta uno schifo: cenere ovunque che devo aver starnutito nel posacenere senza accorgermene, cartacce, pedane sporche. Vabbè sono un po’ in anticipo facciam qualcosa per sto cassonetto, devo solo stare attento a non sporcarmi che son tutto pulito. Tiro via le pedane e le sbatto tenendole per un angolino. Ok, possono andare e io non mi son sporcato. Straccio per togliere un po’ la cenere dal cruscotto e da attorno al posacenere. Andata. Prendo le cartacce e il posacenere e li vado a vuotare nel bidone che ho dietro casa. Passo di fianco allo stendipanni carico di roba e proseguo un paio di metri. Uh ma guarda, qualcuno ha tagliato la siepe, ma di brutto eh, c’è pieno di rami. Attraverso ste specie di mangrovie e arrivo al bidone e butto via il tutto. Ok, a posto, posso tornare in macchina.
Mi giro e faccio due passi e io non lo so ma giuro ci son stato attento fatto sta una mangrovia carnivora affamata si mette davanti al mio piede. E, ci tengo a ricordarlo, per me la forza di gravità vale doppio. Mi vedo da fuori al rallentatore: mi sbilancio in avanti, faccio per mettere avanti l’altro piede ma non lo metto abbastanza, il peso del corpo è completamente spostato in avanti verso l’infinito e oltre, mi rimangono due arti disponibili e con uno, il braccio destro, mi aggrappo alla prima cosa che trovo: lo stendipanni. Che si sa, lo stendipanni è una delle cose più instabili di questo mondo e certo i miei ottanta chilozzi sono troppi per lui, che fa piede perno su uno dei suoi angoli e mi segue nel viaggio verso il centro della terra.
Il braccio sinistro. C’è rimasto solo lui, non resta che metterlo avanti per non sbattere la faccia. Però, perdio, chi l’ha messo lì quel sottovaso pieno d’acqua sporca? E poi, perchè è così grosso? Da quand’è che si invasano i baobab? Lo centro sul bordo, si rovescia e uno tsunami di schifa si rovescia su di me, ormai lungo e disteso, e sullo stendino coi suoi panni lavati.
Mi rialzo. Mi viene un po’ da piangere. Spunta da dietro l’angolo di casa mia madre che mi guarda, poi guarda la roba per terra, poi mi riguarda: ho una faccia che non ha il coraggio di dirmi niente.
“Pronto? Sì ciao, faccio un po’ tardi per l’aperitivo. No tutto bene, finisco di sfogliare il calendario per bestemmiare tutti i santi e parto”.
F=[(Gm1m2)/r2]x2
15 risposte a “F=[(Gm1m2)/r2]x2”
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Consolati, io una volta sono caduto su una fila di trenta motorini parcheggiati a pettine. Presente l’effetto domino? Ecco sono dovuto scappare pure rotto che ero.
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Molto zen il racconto, mi piace. E’ il destino! Non ci puoi far nulla, non fossi caduto per terra ti saresti comunque unto tutto col lucidalabra spalmato sull’autoradio.
Verso l’inevitabile e oltre -
sono morta dalle risate. in ufficio.
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Un po’ di anni fa, quando vedendo un pallone da calcio non ti facevi troppi problemi se avevi il vestito e le scarpe della domenica, creando due squadre spontanee abbiamo iniziato a giocare vicino alla chiesa praticamente in mezzo alla strada. Facevo attenzione a non sporcare i pantaloni come se i litri di sudore puzzolente che mi scorrevano sotto le ascelle e dietro la schiena in realtà non fossero ‘sto grande problema. Ad un certo punto, un contrasto durissimo mi ha fatto volare in avanti ed atterrare sul ginocchio destro. Pantaloni strappati, sangue dappertutto, il tragitto più lungo del mondo per arrivare a casa a disinteffarmi/cambiarmi. Ok, non dovevo andare ad un aperitivo, ma la passeggiata della domenica mattina era comunque un momento importante di “acchiappamento di femmine”.
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@ Joy: Bello! C’era un giochino una volta, si chiamava GoDown, ricordi?
@ Theo: essì, infatti son rassegnato. Con affetto tuo, Guru Cof.
@ Lucy: oh, io non rimborso nel caso di licenziamenti e affini eh!
@ Max: acchiappamento alla domenica mattina? Sarei rimasto single a vita… -
Ma ROTFL!
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Io sono caduto nella fontana dei pesci rossi, una volta. E mi ricordo che – mentre cadevo – mi veniva una paura che potesse restarmene uno (di pesce rosso) tutto schiacciato sotto il corpo. Alla fine si è rivelata una paura infondata: il problema di cadere nelle fontane dei pesci rossi è che sono piene di merda.
[Ste] -
@Cofano: ti parlo di un’età in cui oltre alla scuola ed alla passeggiata domenicale dopo la messa non c’erano altre occasioni…
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Questo però mi fa rivalutare l’omino del sale, che tu gli avevi dato tutta la colpa, poveraccio.
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signoramia non me ne parli, da quando ho le scarpe nuove , le caviglie mi ballan la rumba, meno male che agli angoli ci sono i pali dei semafori. sarà l’aumento incontrollato del baricentro (basso, molto basso?)
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Smetti di fumare che almeno non insozzi la macchina!!! 😀
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mmmhhhh maldestro! o sfortunato? mi sa di più la seconda…. *
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@ ste: ho temuto il peggio, quando ho letto che temevi che ti restasse un pesce rosso da qualche parte :-)))
@ max: ah ok… capisco… eh, altri tempi…
@ Fiandri: già , sta volta invece non ho trovato scuse…
@ unamela: oh, mi stai dando del culone? 😛
@ phoebe: eh sì, e tutto il fascino da strafottutamente maledetto bastardo vissuto che mi dà la sigaretta, dove lo recupero?
@ Novocaine: mah, temo sia una via di mezzo -
scrivi un libro 🙂
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Ciao…sono finita qui grazie ad un amico blogger! Ahahah… il mio ultimo post si ricollega benissimo al tuo. L’equilibrio quando se ne va è poco simpatico. 🙂
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