25. Maggio 2006

Lightness

Ieri sera, cena con G a casa di amiche. Che poi son più amiche sue che mie, c’è in mezzo anche una sua ex (lei invece la conosco da tanto): abbiamo il sospetto che una del gruppetto lo punti, solo che non capiamo quale, e insomma siamo andati. Che farla mandar giù alla mia morosa sta cena, non è mica stato facile, e aveva anche ragione eh, che lei non è stata invitata anche se un po’ la conoscono e non è un bel gesto, e una cena due uomini quattro donne le faceva un po’ strano. Nella situazione inversa, lei con una amica a cena con quattro uomini, andavo là e ci davo fuoco alla tovaglia. Ma insomma alla fine io e G siamo andati.
E’ passato a prendermi, tutto in giacca e cravatta che veniva direttamente dalla Germania che era stato là per lavoro e non aveva avuto tempo di passare a casa per cambiarsi, io già più sportivo ‘nu ggins e ‘na maglietta, e siamo andati abbiam parcheggiato e siamo saliti.
Però, casa grande. Molto grande e molto vuota, mah, si sarà trasferita da poco. Mi prende un po’ di ansia da spazi aperti, cerco un punto d’appoggio che mi gira un po’ la testa. In questo salone tutt’attorno, foto di lei da bambina, di lei da ragazzina, di lei teeneager, di lei adesso. Un tripudio di sè stessa. L’ansia aumenta e mi aspetto il bambino di Shining passare col triciclo. Poi vengo distratto da lei, la padrona di casa, che ci viene incontro con una minigonna che, per dirla come dice G, più che a vita bassa è a passera alta. Baciobacio e tutti a tavola, che siamo arrivati per ultimi. Secondo me è lei che punta G, è già da un po’ che c’ho il sospetto. Massì dai, ci fa anche gli occhioni da gattona. E’ lei sicuro, accetto scommesse.
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