Io, a pasqua
Io vorrei poter essere in grado di spiegare quanto mi annoio io a pasqua. Io a pasqua mi vengon su dei nervosi che ieri ho troncato in due il cellulare, dal nervoso che avevo. Che io col nervoso divento proprio stupido, non nel senso di simpatico ma nel senso di scemo. Io a pasqua sembro un po’ matto, che giro per casa con le braghe della tuta a rovescio e una maglietta che neanche tony manero, che mi metto a letto dopopranzo e provo a dormire che aspetto che venga sera che mi manca un po’ il fiato, a me, a pasqua. E allora mi rimetto a girare e sbrano mezzo uovo, che è lì che me l’han lasciato aperto e tutto rotto che sembra quando lasci il pane sul davanzale per gli uccellini, che se non me lo lasciavano così non l’avrei trovato, e magari neanche cercato.
Che poi, sia chiaro, dico pasqua ma voglio dire anche pasquetta. Anzi pasquetta anche peggio, che io a pasquetta le gite fuoriporta e quelle altre troiate da divertiamoci per forza finisce che prendo a sberle qualcuno, quindi meglio se sto a casa. Poi invece a stare in casa a girare intorno mi sa che sbrocco e allora esco vah, faccio un giro in centro e bevo qualcosa con venedikt. E in centro c’è il delirio: fiumane di gente avanti e indietro per il corso che si muovono in coppie che i morosi escon tutti a pasquetta, sì sì, una quantità di “angeli con un’ala sola” che se non volano abbracciati si smusano ma che guai a parlarsi, a dirsi qualcosa, tutti con sto sguardo vuoto sleccazzando un gelato conquistato dopo un’ora di gomitate che ieri probabilmente è il giorno dell’anno in cui il gelato è più buono, a giudicare dalla quantità di gente ammassata davanti alle gelaterie.
A pasqua ti scappa sentito una dire al di lei compagno “è come se mi trafiggessi il cuore con una lancia”, con la faccia tutta seria e gli occhi grandi grandi, che ti vien paura d’esser finito sul set di Vivere da tanto recita male.
Io poi, a pasqua a vedere il Papa che tò, dì mò qualcosa che ti abbiam messo il microfono davanti e parla un po’ che c’è gente, e che lui ci prova, e che non esce niente, ecco io vorrei andare là e troncarlo in due quel microfono, e prender su il vecchietto e portarlo in montagna e metterlo su una sedia davanti a una casetta e dirgli tò fai un po’ quello che ne hai voglia, guarda il panorama e prega anche se vuoi, ma per il resto siamo tutti a posto così, dì a quelli là che se ne trovino un altro.
Io a pasqua sto bene solo davanti a una boccia di rosso, con un po’ di facce come la mia attorno, che stiam così bene che un po’ cantiamo anche. “La spagnola sa amar così, bocca a bocca la notte e il dì, stretti stretti, nell’estasi d’amooooooorLA’SSPAGNOLASSAAMARCOSI’…”.
Io, a pasqua, son simpatico solo alla sera. Ma mica tanto però.