Mondo piccolo
Son messo qui, a letto, che se mi guardi da fuori sembro malato, ma sto bene eh. Fuori c’è quel bel nebbione che non lo tagli neanche col coltello, e io un po’ sotto le coperte mi leggo i racconti di Guareschi. “L’ambiente di queste storie è la mia terra: la Bassa parmense, la pianura emiliana in riva al Po. (…) Questa gente è simpatica ed ospitale e generosa e ha uno spiccato senso dell’umorismo. Deve essere il sole, un sole maledetto che martella i cervelli durante tutta l’estate. Oppure deve essere la nebbia, una nebbia cupa che opprime i cervelli durante tutto l’inverno.”
La serata in osteria, ieri, ce l’ho ancora tutta sulle spalle: culaccia e vino rosso e salame e ancora vino rosso, che si sta di un bene che bisognerebbe farle almeno una volta a settimana, quelle serate lì. Magari un po’ meno vino. Che devo ancora stare bene attento a come muovo la testa, che c’è quell’effetto che succede che tu ti volti e il resto arriva dopo un attimo. E però insomma il vino la nebbia guareschi l’osteria l’amicochecisicapiscealvolo. E adesso esco, che c’è un altro amico che ha bisogno di parlare un po’, e andiamo a chiacchierarcela su un argine.
Niente insomma, son sempre io.