05. Luglio 2004

Pizza e sfichi

Capita a volte che ti trovi in situazioni dove non vorresti essere, con gente che la guardi e pensi “ma se sono con loro sono anch’io come loro?” e un po’ ti viene da piangere. Pizza ieri sera, sì avevo proprio voglia di pizza e quindi ho buttato lì un giro di sms senza rendermi conto del mostro a cui stavo dando forma. I problemi si son presentati quasi subito perchè qualcuno voleva vedere anche la finale, quindi occorreva trovare pizzeria con maxischermo: già lì avevo intuito che il tutto stava prendendo una piega strana. Seduto al tavolo della pizzeria ho capito che forse era meglio scongelare quella margherita che tengo in freezer.
Eravamo in sei. Il mio socio con fidanzata che non c’è neanche male. Alla mia sinistra la biondina stupida, sì, proprio lei. Davanti a me il suo ragazzo che ha passato tutta la serata a giocare con il giochino del verme del Nokia mentre la ragazza mi faceva gli occhioni del labrador colpevole e mi ricopriva di complimenti per ogni minima cazzata (“ma sei pettinato come in quella foto del mare! Ma stai proprio bene!” Scema, parla piano, che se il tuo moroso chiede dove l’hai vista la foto del mare poi son casini). A capotavola, il migliore amico del mio socio: un rarissimo caso di idrocefalia dove però al posto dell’idro devono averci messo sterco, ecco sì, uno stercocefalo. Ha l’aria di sentirsi molto, ma proprio tanto, più intelligente del resto del mondo. Narrano anche che sia di nobili origini, cosa che lui tiene a evidenziare affettando una spocchia da eruzione cutanea immediata. Purtroppo ci sente poco, quindi parlargli a mezza bocca mettendolo in condizioni di dire puttanate atomiche con la solita aria di superiorità, perchè non ammetterà mai di non sentire bene, è uno spasso non indifferente. Inoltre mi chiama Russel, perchè sostiene, unico al mondo, che io assomigli a Russel Crowe. E ogni volta che lo sento dire “Russel” gli tirerei una sedia sulla schiena.
Verso le 21.30 lascio partire il primo sms/sos agli amici che stanno tornando dal mare e che sanno della cena. “Aiuto.” ci scrivo. “Tieni duro, arriviamo” rispondono.
Nel giro di mezz’ora sono lì, facce amiche, belli sorridenti che sanno di mare e di relax.
Nel giro di mezz’ora anche loro, che sono molto meno tolleranti di me, discutendo su non so cosa si incazzano col merdacefalo e decidiamo quindi che è ora d’andare a letto.
La prossima volta che mi va una pizza vedo di mandare qualche sms in meno.