Sai cosa è che mi frega?
Sai cosa è che mi frega? Mi frega che son nato in campagna, che nascere in campagna ti segna per tutta la vita, soprattutto in questo periodo dell’anno. E in campagna, proprio in questo periodo, io bisogna che ci torni, per sentire gli odori, che in questo periodo la campagna sa di vita (e verso sera o a mattino presto sa anche di merda, ma è un altro discorso, i campi bisogna pur concimarli). “… e l’odore dei fossi lo riconoscono in pochi” cantava il buon vecchio Ligabue, beh, me la son sempre tirata che io l’odore dei fossi lo riconosco al volo. Che da giovani la campagna era il rifugio ideale, le prime sigarette di nascosto le ho fumate sotto una vite nel caldo bollente del luglio emiliano, che ti sega le gambe se non stai attento. Si prendevano le biciclete e invece di andare a messa (sì mamma vado a messa e poi torno) si andava sotto le viti a fumare lucky strike, che più eran pesanti e più eri figo. Che ogni tanto capita di tornarci alla domenica lungo i fossi a fumare sigarette, solo che ora non i si va più in bici ma si prende la macchina, e le lucky strike son diventate sigari o marlboro light (come se facessero meno male…), e le ragazzine di cui si parlava son diventate mogli conviventi o fidanzate (o ex…).
M’avevan chiesto di trasferirmi a Milano per lavoro, che avrei anche guadagnato un sacco, ma io a Milano muoio, che quando ci vado in giornata arrivo a sera che mi manca il fiato, e se devo morire per far su un sacco di soldi mi sa che non ne val la pena (oh, poi ognuno c’ha i suoi valori…).
Che tutto sto attaccamento alla terra alla campagna agli spazi aperti se quando sei alle elementari e hai un maestro che sembra uscito dal libro cuore, che te le mette nel sangue queste cose se già non le hai e se già le hai ti insegna a non perderle, allora sei fregato. E quando ti capita di incontrarlo ancora per le vie del paese con la sua bicicletta la sua barba bianca e se è inverno ha ancora il tabarro e ti riconosce ancora dall’alto dei suoi 80epassa anni, ti vien da piangere e ringraziarlo per cosa ti ha insegnato, e se lo fai, piange anche lui.
Chissà forse uno che è cresciuto in città queste cose non le può capire e magari dice che son tutte puttanate, ma cosa vuoi che capisca lui, che è nato in città …