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10 Febbraio 2007

Prendendo confidenza

Quelle scene che uno poi magari ci ride sopra, ma lì per lì, vorresti morire. Ieri pomeriggio Elisa, la mia morosa, passa a far gli auguri di compleanno a mia mamma, che non c’ha voglia ma le tocca compierli anche quest’anno. Socializzano, le mie donne, chiacchierano per quattro, se la ridono in cucina, appoggiate al tavolo. Sono abbastanza in confidenza ma non si conoscono granché, si stanno ancora un po’ studiando ma il rapporto è cordiale. Chiaro che Elisa, essendo la morosa del figlio, è un po’ in soggezione e ci tiene a far bella figura.
Tra una chiacchiera e l’altra si mettono a parlare di hobby e passioni (io intanto sto lì in un angolo e dico poco, mangio un mandarancio) e mammà, alla parola passioni, parla delle sue bambole. Sì, mia madre è appassionata di bambole, orchi e folletti, preferibilmente di porcellana. Quelle cose che quando ne porta a casa una e me la fa vedere, proprio non ce la faccio a fingere interesse, ma disinteressarmi del tutto magari ci resta male. Quindi di solito sto lì e mangio un mandarancio.
“Aspetta che te ne faccio vedere un paio” fa lei ad Elisa, che sembra sinceramente incuriosita. Torna, piena di orgoglio, con i due gioielli: Gigaelfo e il Folletto Anoressico.

Gigaelfo è una creatura alta come un bambino appena nato, le orecchie a punta e lo sguardo satanico, bello paffutello, tutto in porcellana, i capelli di Solange e vestito come una Platinette dei boschi. Il Folletto anoressico invece, anche lui di porcellana, è un robo tutto magro, alto due mele o poco più, grinzoso, con le occhiaie e vestito di verde, una cosa tipo PeterPan dopo un rave-party.
Elisa li guarda e prende in mano l’anoressico (il Gigaelfo no, incute timore), e si rimette a chiacchierare. Quando chiacchiera, lei, gesticola molto. E se hai in mano qualcosa, è un attimo che ti scivoli…
Vola, PeterPan! VOLA!
Ma lui non sa volare, è di porcellana. Però una cosa la sa fare davvero bene: rompersi. Corpo da una parte, braccio destro dall’altra, un dito non si trova.
Doctor House, possiamo fare qualcosa? Sarà lupus? E’ curabile? No Doctor House, non parlo del folletto monco. Sto parlando di Elisa, che ha davvero una brutta cera, adesso.
C’è un attimo, giusto una frazione di secondo, di panico. Ma poi mammà è una persona per bene, e le dice che non c’è problema, che non è successo niente mentre lei si dispiace, si scusa, si frusta, chiede venia e vorrebbe seppellirsi.
Poi ci si saluta e si va, Elisa coi suoi sensi di colpa e mia madre col suo Attak. E io che penso che se gliel’avessi rotto io, l’anoresselfo, mi avrebbe inceramicato e messo al posto suo sullo scaffale.