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15 Settembre 2005

Ghiande

Odio scrivere da questo pc, quello che ho in casa. Ha la tastiera antipatica, dura, spigolosa, cigola. Ma son qui che non c’ho sonno, sono appena tornato con in testa un po’ di pensieri, che non lo so come è questa cosa ma io quando giro in bicicletta penso di più. Sarà che mi arriva più ossigeno al cervello. E pensavo che io secondo me nell’altra vita ero una bestia olfattiva, che sì tutte le bestie sono olfattive ma alcune di più, tipo un cane ma mica necessariamente, e m’è venuto in mente perchè cercavo di capire che odore c’era nell’aria stasera. Che l’odore della primavera che arriva lo riconoscono tutti, anche solo adesso star lì a pensarci ti viene in mente, ma l’odore dell’autunno che arriva? Sarà perchè in genere c’è meno entusiasmo e allora resta meno in mente, però anche l’autunno che arriva c’ha il suo odore.

E niente ero lì che pedalavo cercando di centrare con la ruota davanti delle specie di ghiande che cadono in questo periodo da certe piante che ci sono in un viale qui in paese, e quando le centri pem! partono e schizzano via. Il giochino non dichiarato è che se centrano la portiera di una macchina parcheggiata io ghigno dentro, che tanto mica la segnano, fa solo rumore, però pedalo un po’ più forte che non si sa mai. Il giochino che facevamo un po’ di tempo fa invece era di mettersi sotto una di queste piante, tutte gonfie cariche e ghiandose e dare un calcio al tronco della pianta e scappare via prima che t’arrivi tutto il ghiandame in testa. Già, non si sa mai cosa fare in questo periodo dell’anno. Che poi a dimostrare che la natura prima o poi si vendica, che tu i calci li vai a dare a tua sorella, passare con la ruota davanti su una ghianda magari un po’ crepata succede che buchi.
Ma tornare a casa, sigaretta in bocca, pensieri in testa, odore d’autunno e bicicletta spinta a mano non m’è dispiaciuto, sembravo quel vecchietto che abitava dietro alla casa dove vivevo da piccolo, che lui in bicicletta non ci saliva mai, partiva da casa per andare al bar e la bici la spingeva sempre, e quando la gente gli chiedeva “Ermes ma non la usi mai la bici?” lui gli rispondeva “E non la sto mica usando? Se me la togli casco per terra”.