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11 Dicembre 2007

Quattordici

14Personaggi strani, sistemando una casa, ne incontri parecchi. Non è che li incontri soltanto, ti entrano in casa. Uno di questi, uno dei più caratteriali, è l’idraulico.

Il mio idraulico si chiama Quattordici.

Quattordici ha problemi di comunicazione, interagisce poco col cliente, e lo fa pure malvolentieri. In compenso però ha con sé un aiutante, che uno dice bé almeno lui interagirà. L’aiutante è albanese, e sa dire solo buongiorno buonasera.

Quattordici è anomalo, credo sia l’unico idraulico in Italia che fattura tutto, che uno all’idraulico ce la dà la bottarella sul gomito quando è il momento di pagare, ce lo strizza l’occhio, il volimmosebbene, cerca di farsi capire, parla di men in black, della black music, del nero che va su tutto, ma quello niente. Fattura pure le rondelle.

Quattordici a luglio lo porti in bagno e gli spieghi che tutti quei tubi lì brutti che attraversano il bagno andando dalla caldaia al camino stan proprio male, glieli fai togliere e poi lo porti dietro casa. Ti segue, sembra presente. Gli spieghi che serve una caldaia con un tubo che esca subito dal muro, dietro la caldaia, più o meno nel punto che gli indichi, in modo da non avere ancora tubi in giro per il bagno. Capisce e ti mostra un depliant di una caldaia che fa al caso tuo, è anche ecologica. Ehi Quattordici, ma ce l’ha l’antifurto ‘sta caldaia, con quello che costa? Vabbé, mettiamola, basta non avere tubi in bagno.

A Settembre Quattordici e l’aiutante tornano per fare il lavoro, tutti carichi di tubi caldaie guarnizioni: li accolgo ma non sto lì a far strada, la casa la conoscono, quello che devono fare se lo ricordano, li saluto che devo andare al lavoro. Non sto nemmeno lì a far chiacchiere, che tanto, si sa, Quattordici non è portato all’interazione. Dice solo che in mattinata faranno tutto.

Torno al pomeriggio e li trovo ancora in bagno che stanno ammirando il lavoro appena finito. Entro e guardo in alto. C’è un tubo che parte dalla caldaia e attraversa mezzo bagno e si pianta in mezzo al muro, per uscire all’esterno, un paio di metri più in là di dove avevamo concordato a luglio. Ma mica un tubo del cinque, quello sembra un tubone da fognatura, sarà almeno 30 centimetri di diametro.

Con la bocca mezza aperta, il labbro tremolante, lo guardo basito e prima che io dica qualsiasi cosa mi dice:”Bello eh?”. Il primo istinto è quello di gridargli a due centimetri dal naso “COSACAZZOE’QUELTUBO?!?!!?” ma conoscendolo si butterebbe a terra fingendo un malore. Allora cerco di tranquillizzarmi, resto solo nel bagno a guardare il tubo, penso a cose belle, mi ripeto che sono un fiore e il mondo è il mio prato, fisso il tubo e prima che me ne accorga Quattordici e socio dal fondo del corridoio mi dicono che mi manderanno la fattura, si tiran dietro la porta e se ne vanno.

E’ passato del tempo, i lavori son finiti, la fattura è stata pagata (tutta, con rondelle guarnizioni e tutto il resto, iva compresa) e il tubo è ancora lì. L’ho verniciato con lo stesso colore del muro, che un po’ lo mimetizza e un po’ lo sdrammatizza, ma alla fine ho preferito tenerlo lì, come monito e come insegnamento, a me e ai posteri: se ti devi incazzare, fallo subito, perché più passa il tempo e più sdrammatizzi. E mimetizzi.